ETICA DELL'AMBIENTE: “LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI”

ECOLOGETICA

ETICA DELL'AMBIENTE: “LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI”

NEL 1968, GARRET HARDIN, ECOLOGO STATUNITENSE, PUBBLICÒ UN ARTICOLO INTITOLATO “LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI”, UN TESTO UTILE ANCHE A DEFINIRE L'ETICA DELL'AMBIENTE E LE SUE IMPLICAZIONI


DI CAMILLO ANDRERI - 10 FEBBRERO 2024

 

LA PARABOLA DEI PASTORI DI GARRET HARDIN

Per chiarire la necessità di un sistema di principi che regolasse la vita e la procreazione in comunità, Garret Hardin, ecologo statunitense, nel suo articolo del 1968 intitolato “La Tragedia dei Beni Comuni”, usò una parabola efficace. Un gruppo di pastori condivide un appezzamento di terra per il pascolo del bestiame. Nonostante il prato sia molto grande, ogni pastore deve evitare d'incrementare troppo il gregge per non ridurre le risorse del prato stesso. Se infatti si vuole mantenere il pascolo rigoglioso e in piena efficienza ciascun pastore sarà per forza costretto a rinunciare a una fetta di guadagno personale nel breve termine per tutelare il guadagno collettivo nel lungo termine.

 Questo problema ci porta alla radice della questione etica dell'ambiente comune: per l'individuale interesse del pastore, una pecora in più, significa maggior profitto, ma per il bene comune un superiore numero di animali vuole dire esaurire anzitempo le risorse vitali.

IL COMPORTAMENTO EGOISTA DANNEGGIA L'EGOISTA STESSO TANTO QUANTO CHIUNQUE ALTRO

L'articolo di Garret Hardin, La Tragedia dei Beni Comuni, dimostra implicitamente che la condanna del comportamento egoista – connotato basilare del pensiero etico - serve anche a tutelare la vita dell'uomo sulla terra, preservando le risorse ambientali che la rendono possibile.

Ecco, al di là delle corrette definizioni da vocabolario, a cosa serve l'etica ambientale, a renderci conto di come il comportamento egoistico, non soltanto non sia etico in sé, ma danneggi la stessa persona che l'ha messo in atto in quanto membro di una comunità molto più grande - di un Tutto verrebbe da dire - di cui anche lui fa parte, e dei cui danni subisce le conseguenze come chiunque altro. In parole povere, sempre rimanendo nella metafora, inquinare l'acqua in cui stiamo sguazzando non pare molto saggio, no?

 
Foto Nathan Cima
 
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